Soppressione della S. Messa in Rito Romano antico nella Basilica di San Paolo Maggiore/Santuario di San Gaetano per decreto dell’Arcivescovo Mimmo Battaglia

Quare tristis es, anima mea, et quare conturbas me? Spera in Deo, quoniam adhuc confitebor illi, salutare uultus mei et Deus meus.

Carissimi Amici,

Nel tardo pomeriggio dello scorso venerdí 10 maggio, il padre Carmine Mazza, Superiore della Casa religiosa dei Padri Teatini di Napoli, ha trasmesso al nostro Coetus fidelium «San Gaetano e Sant’Andrea Avellino» un decreto dell’Arcivescovo di Napoli, Mimmo Battaglia (datato al 18 aprile 2024 ma reso noto solo adesso), con il quale si sopprime de facto la ‘nostra’ Messa domenicale nella Basilica di San Paolo Maggiore/Santuario di San Gaetano, stabilendo che gli unici luoghi deputati ad accogliere le celebrazioni con il Messale antico siano la Chiesa del Rosariello alle Pigne, affidata all’ICRSS, e quella di San Giacomo degli Spagnoli (dove però non risulta si celebri la Messa tradizionale).

Non possiamo che rattristarci, per usare un eufemismo, per tale gravissima decisione, che, senza alcuna motivazione, cancella con un colpo di spugna un’attività di oltre 10 anni a servizio della Chiesa e della Liturgia e che mostra di non tenere in minima considerazione l’esistenza del nostro Coetus, peraltro già ‘approvato’ dallo stesso Battaglia all’indomani del m.p. Traditionis custodes. Confidando nel celeste aiuto di Maria SS. Regina delle Vittorie, di San Gaetano, Sant’Andrea Avellino e di tutti i Santi Teatini, faremo tutto quanto è in nostro potere per impugnare con tutti i mezzi leciti questo infame decreto, rimettendoci, in ogni caso, alla Santa Volontà di Dio. Invito tutti Voi a pregare per noi e per la nostra causa.

Quest’oggi, alle 11.30, ha avuto luogo l’«ultima» S. Messa tradizionale nel Santuario San Gaetano, gremito di una folla di fedeli in lacrime. A partire da domenica prossima, invece, la S. Messa tradizione non sarà piú celebrata.

Colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente il nostro carissimo Padre Aleksander Sebastian Iwaszczonek C.R., che in questi ultimi anni si è votato anima e corpo alla cura del nostro Coetus fidelium. Mi è gradito altresí menzionare e ringraziare di vero cuore anche tutti i Sacerdoti che in questi anni e in particolare in questi ultimi mesi ci hanno manifestato la loro fraterna amicizia e vicinanza, a costo di grandi sacrifici: i carisimi Don Giorgio Lenzi e il suo assistente Don Alexandre Saphy, del benemerito Istituto del Buon Pastore, Don Andrew Southwell, Don Roberto Spataro S.D.B., P. Alexandre Nunes L.C., Don Juaci Bezerra, Don Antonio Luiso e tanti altri. Possa il Signore ricompensarli sovrabbondantemente per tutto il bene che ci hanno fatto e, Deo fauente, continueranno a farci.

Pubblico di séguito il comunicato della Fondazione Il Giglio/Una Voce Napoli in merito al recente Decreto:

IN DIFESA DELLA S. MESSA IN RITO ROMANO ANTICO

Comunicato della Fondazione il Giglio e di UNA VOCE Napoli

L’ Arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia ha deciso – con un decreto datato 18 aprile, ma reso noto solo nella giornata di ieri, 10 maggio – di sopprimere la celebrazione della S. Messa in rito romano antico nella Basilica di San Paolo Maggiore/ Santuario di San Gaetano, promossa dal 2013 dal Coetus di San Gaetano e S. Andrea Avellino con ampia partecipazione di fedeli.

Il decreto contraddice precedenti autorizzazioni già concesse per altri luoghi di Messa della stessa Curia Arcivescovile di Napoli a norma del Motu Proprio Traditionis Custodes dell’ attuale Papa, concentra le celebrazioni del rito tradizionali in un’ unica Basilica e nella chiesa affidata a un Istituto religioso, e colpisce l’ apostolato dei Coetus Fidelium e dei laici in generale, interrompendo o limitando gravemente l’esperienza di fede di centinaia di cattolici legati da anni al rito antico celebrato con il Messale di San Giovanni XXIII°.

Valuteremo tutte le iniziative possibili a norma del diritto canonico per difendere la celebrazione della S. Messa in rito Tridentino in Diocesi di Napoli, a San Paolo Maggiore e nelle altre chiese dove essa viene celebrata.

-Invitiamo i fedeli della S. Messa in rito romano antico a partecipare Domenica 12 Maggio alle 11.30 alla Messa promossa dal Coetus di San Gaetano e S. Andrea Avellino celebrata forse per l’ ultima volta nel Santuario di San Gaetano/Basilica di San Paolo Maggiore.

Preghiera e azione per la continuità e la diffusione della S. Messa in rito romano antico.

Napoli, 11 maggio 2023

FONDAZIONE IL GIGLIO

UNA VOCE Napoli

Giovedí 8 maggio 2024, Supplica alla Regina delle Vittorie nella Valle di Pompei (testo originale)

Testo originale della Supplica alla Madonna di Pompei del Beato Bartolo Longo:

«I. O Augusta Regina delle vittorie, o Vergine sovrana del Paradiso, al cui nome potente si rallegrano i cieli e tremano per terrore gli abissi, o Regina gloriosa del Santissimo Rosario, noi tutti, avventurati figli Vostri, che la bontà Vostra ha prescelti in questo secolo ad innalzarvi un Tempio in Pompei, qui prostrati ai Vostri piedi, in questo giorno solennissimo della festa dei novelli vostri trionfi sulla terra degl’idoli e dei demoni, effondiamo con lacrime gli affetti del nostro cuore, e con la confidenza di figli Vi esponiamo le nostre miserie.

Deh! da quel trono di clemenza ove sedete Regina, volgete, o Maria, lo sguardo Vostro pietoso verso di noi, su tutte le nostre famiglie, sull’Italia, sull’Europa, su tutta la Chiesa; e Vi prenda compassione degli affanni in cui volgiamo e dei travagli che ne amareggiano la vita. Vedete, o Madre, quanti pericoli nell’anima e nel corpo ne circondano: quante calamità e afflizioni ne costringono! O Madre, trattenete il braccio della giustizia del Vostro Figliuolo sdegnato e vincete colla clemenza il cuore dei peccatori: sono pur nostri fratelli e figli Vostri, che costarono sangue al dolce Gesù, e trafitture di coltello al Vostro sensibilissimo Cuore. Oggi mostratevi a tutti, qual siete,Regina di pace e di perdono.

Salve Regina.

II. È vero, è vero che noi per primi, benché Vostri figliuoli, coi peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù, e trafiggiamo novellamente il Vostro Cuore. Sì, lo confessiamo, siamo meritevoli dei più aspri flagelli. Ma Voi ricordateVi che sulla vetta del Golgota raccoglieste le ultime stille di quel sangue divino e l’ultimo testamento del Redentore moribondo. E quel testamento di un Dio, suggellato col sangue di un Uomo-Dio, Vi dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori. Voi, dunque, come nostra Madre, siete la nostra Avvocata, la nostra Speranza. E noi gementi stendiamo a Voi le mani supplichevoli, gridando: Misericordia!

Pietà Vi prenda, o Madre buona, pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri fratelli estinti, e soprattutto dei nostri nemici, e di tanti che si dicono cristiani, e pur dilacerano il Cuore amabile del vostro Figliuolo. Pietà, deh! pietà oggi imploriamo per le nazioni traviate, per tutta l’Europa, per tutto il mondo, che torni pentito al cuor vostro. Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia.

Salve Regina.

III. Che Vi costa, o Maria, l’esaudirci? Che Vi costa il salvarci? Non ha Gesù riposto nelle Vostre mani tutti i tesori delle sue grazie e delle sue misericordie? Voi sedete coronata Regina alla destra del Vostro Figliuolo, circondata di gloria immortale su tutti i cori degli Angeli. Voi distendete il Vostro dominio per quanto son distesi i cieli, e a Voi la terra e le creature tutte che in essa abitano sono soggette. Il Vostro dominio si estende fino all’inferno, e Voi sola ci strappate dalle mani di Satana, o Maria.

Voi siete l’Onnipotente per grazia. Voi dunque potete salvarci. Che se dite di non volerci aiutare, perché figli ingrati ed immeritevoli della Vostra protezione, diteci almeno a chi altri mai dobbiamo ricorrere per essere liberati da tanti flagelli.

Ah, no! Il Vostro Cuore di Madre non patirà di veder noi, Vostri figli, perduti. Il Bambino che noi vediamo sulle Vostre ginocchia, e la mistica corona che miriamo nella Vostra mano, c’ispirano fiducia che noi saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in Voi, ci gettiamo ai Vostri piedi, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, ed oggi stesso, sì, oggi da Voi aspettiamo le sospirate grazie.

Salve Regina.

Chiediamo la benedizione a Maria.

Un’ultima grazia noi ora Vi chiediamo, o Regina, che non potete negarci in questo giorno solennissimo. Concedete a tutti noi l’amore Vostro costante, e in modo speciale la Vostra materna benedizione. No, non ci leveremo dai Vostri piedi, non ci staccheremo dalle Vostre ginocchia, finché non ci avrete benedetti.

Benedite, o Maria, in questo momento, il Sommo Pontefice. Ai prischi allori della Vostra Corona, agli antichi trionfi del Vostro Rosario, onde siete chiamata Regina delle vittorie, deh! aggiungete ancor questo, o Madre: concedete il trionfo alla Religione e la pace alla umana società. Benedite il nostro Vescovo, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l’onore del Vostro Santuario.

Benedite infine tutti gli Associati al Vostro novello Tempio di Pompei, e quanti coltivano e promuovono la divozione al Vostro Santo Rosario.

O Rosario benedetto di Maria; Catena dolce che ci rannodi a Dio; Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli; Torre di salvezza negli assalti d’inferno; Porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia; a te l’ultimo bacio della vita che si spegne. E l’ultimo accento delle smorte labbra sarà il nome Vostro soave, Regina del Rosario della Valle di Pompei, o Madre nostra cara, o unico Rifugio dei peccatori, o sovrana Consolatrice dei mesti. Siate ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo. Così sia.

Salve Regina».